In questo articolo si intende analizzare l’opera poetica La Sicilia, il suo cuore
di Leonardo Sciascia. In particolare, lo studio vuole presentare il primo lavoro di traduzione in
spagnolo (Sicilia, su corazón) dell’opera del 1952 edita da Bardi Editore. Tradotta da Lorenzo
Cittadini e Giovanni Caprara per El Toro Celeste di Malaga, la raccolta è accompagnata da
un’analisi preliminare del prof. Miguel Ángel Cuevas e da un’intervista a Gigi Restivo di Casa
Sciascia. Il volume, ventiquattro poesie divise in due sezioni principali, offre al lettore l’intimo
esordio poetico dell’autore racalmutese, una panoramica distillata delle domande sui suoi temi
più urgenti come la giustizia, la verità, il silenzio, la morte, l’interiorità della Sicilia e l’essere
siciliano, a cui, successivamente e in forma di prosa, Sciascia ha cercato di rispondere. La forma
poetica della raccolta, raramente oggetto di studio, infatti, tende in modo significativo alla
prosa e testimonia, forse, il primo e ultimo caso in cui Sciascia ricorre a se stesso, travestito da
poeta-reporter, per decifrare l’enigma dell’essere siciliano, la «sicilitudine». Lo studio, infine,
intende rinsaldare quel ponte culturale con la sua amata Spagna, conducendo i versi di Sciascia
in quella parte di mondo che egli confessò di avere nel cuore, rendendo ora comprensibile fino
in fondo il sentimento poetico che lo legò alla sua terra: la Sicilia profonda, interna, quella
lontana dal mare, diventata il centro pulsante, l’osservatorio sul mondo.